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lunedì 28 gennaio 2019
giovedì 23 novembre 2017
Altro piccolo aiuto per Irene ed i suoi bambini
martedì 6 dicembre 2016
venerdì 8 luglio 2016
mercoledì 6 gennaio 2016
Il laboratorio delle arti regala soddisfazioni
sabato 2 gennaio 2016
sabato 26 dicembre 2015
martedì 29 settembre 2015
lunedì 13 luglio 2015
Ci siamo: Ecco il programma della festa 2015
mercoledì 1 ottobre 2014
mercoledì 3 settembre 2014
giovedì 24 luglio 2014
Ecco cosa dicono di noi i "Mescla"
non so se dalle facce nella foto sta cosa si capisce, ma a monte di procida siamo stati assai bene.. coccolati, sfamati a botte di pizze, alici fritte, primi di pesce e impepata di cozze e pure pagati!
Il pubblico era prevalentemente di persone di un'età nella quale, almeno da noi, non ci si alza più per ballare, ché le gambe sono gonfie, specialmente in estate, e se ne stavano pazientemente, prima e impazientemente poi, sedute nelle sedie di plastica di tutti i colori che mi ricordavano quelle fuori ai bar antonietta a san marco quando ero bambino e mangiavo il camillino.
Prestissimo però, al primo applauso fragoroso, ho iniziato a lasciare la cecità da inizio e cercare gli occhi, decifrando i lievi movimenti delle mani e dei piedi, o le teste che si piegavano cercando l'orecchio della vicina per un commento, e il nuovo piegarsi - questa volta verticale in segno di affermazione - della ricevente, che mi confortava e mi faceva capire che dicevano cose belle, magari di noi, della festa. Del fresco e del blu sopra di noi. Di come è bello stare ancora una volta lì alla festa del quartiere.
Abbiamo raccontato il viaggiare per mare degli altri popoli, quelli che attraverso di lui, ieri come oggi, venivano a depredare, scambiare merci, portar via ragazze, o cercare conforto, asilo e un pasto caldo.
Abbiamo raccontato di cosa parlavano quelle antiche poesie che venivano
dalla Bosnia turca, dalla Turchia, da Smirne, Atene, Durazzo, e chiesto loro di provare a capire le parole dai suoni, che se i suoni le fanno entrare nel corpo, il corpo poi capisce...
Una signora a un certo punto ci ha alluccato se almeno una cosa nostra la facevamo, e allora abbiamo chiamato Ferrante che è salito a salutare popolo e famiglia cantandoci una amuri amuri e na tarantella joggese, ma in un calabrese in fondo non tanto lontano per colori e suoni dalle altre sorelle lingue cantate.
Alla fine, mentre smontavamo, don Vincenzo è salito con l'età dei suoi piedi e la gioventù degli occhi chiari e lucidi, mi ha preso la mano e senza più lasciarla mi dice che aveva capito tutto, tutto quello che avevo cantato, le parole, il senso, e mi dice ancora, sollevando lo sguardo verso un posto lontano oltre il cielo, oltre Ischia, "je agge capit tutt' cos', je navigavo, e quann stev for' e coste d'o Montenegro agge sentut' 'o ramadan!!! Nuje navigavem fine e ll'Albania, 'a Grecia, e avimme sentut parlà a tanta gente, appicciavem 'a radio e sentevem tutte chelli musiche c'avite sunat vuje"...
E' bello suonare a due passi da casa, e vedere come una fila di anziani e anziane venire a mettere una firma, ma pure una X, sotto alla descrizione che hai scritto del tuo concerto, il file pdf che mandi ai festival e organizzatori per cercare di lavorare, quel concerto che si chiama 'na varca 'mmiez' 'o mare', e vuole essere un semplice e umile ringraziamento a chi col suo viaggiare ci ha fatti diventare così ricchi di sapori e profumi.
Scrivevo a Dina poco fa che mi piacerebbe regalarci una serata in inverno, quando il mare è grosso e non è navigabile, in un posto chiuso e circolare, in cui invitare tutte le persone che c'erano, e raccontarci le storie, quelle di chi partiva, e quelle di chi restava a casa a pregare ed aspettare.
Il pubblico era prevalentemente di persone di un'età nella quale, almeno da noi, non ci si alza più per ballare, ché le gambe sono gonfie, specialmente in estate, e se ne stavano pazientemente, prima e impazientemente poi, sedute nelle sedie di plastica di tutti i colori che mi ricordavano quelle fuori ai bar antonietta a san marco quando ero bambino e mangiavo il camillino.
Prestissimo però, al primo applauso fragoroso, ho iniziato a lasciare la cecità da inizio e cercare gli occhi, decifrando i lievi movimenti delle mani e dei piedi, o le teste che si piegavano cercando l'orecchio della vicina per un commento, e il nuovo piegarsi - questa volta verticale in segno di affermazione - della ricevente, che mi confortava e mi faceva capire che dicevano cose belle, magari di noi, della festa. Del fresco e del blu sopra di noi. Di come è bello stare ancora una volta lì alla festa del quartiere.
Abbiamo raccontato il viaggiare per mare degli altri popoli, quelli che attraverso di lui, ieri come oggi, venivano a depredare, scambiare merci, portar via ragazze, o cercare conforto, asilo e un pasto caldo.
Abbiamo raccontato di cosa parlavano quelle antiche poesie che venivano
dalla Bosnia turca, dalla Turchia, da Smirne, Atene, Durazzo, e chiesto loro di provare a capire le parole dai suoni, che se i suoni le fanno entrare nel corpo, il corpo poi capisce...
Una signora a un certo punto ci ha alluccato se almeno una cosa nostra la facevamo, e allora abbiamo chiamato Ferrante che è salito a salutare popolo e famiglia cantandoci una amuri amuri e na tarantella joggese, ma in un calabrese in fondo non tanto lontano per colori e suoni dalle altre sorelle lingue cantate.
Alla fine, mentre smontavamo, don Vincenzo è salito con l'età dei suoi piedi e la gioventù degli occhi chiari e lucidi, mi ha preso la mano e senza più lasciarla mi dice che aveva capito tutto, tutto quello che avevo cantato, le parole, il senso, e mi dice ancora, sollevando lo sguardo verso un posto lontano oltre il cielo, oltre Ischia, "je agge capit tutt' cos', je navigavo, e quann stev for' e coste d'o Montenegro agge sentut' 'o ramadan!!! Nuje navigavem fine e ll'Albania, 'a Grecia, e avimme sentut parlà a tanta gente, appicciavem 'a radio e sentevem tutte chelli musiche c'avite sunat vuje"...
E' bello suonare a due passi da casa, e vedere come una fila di anziani e anziane venire a mettere una firma, ma pure una X, sotto alla descrizione che hai scritto del tuo concerto, il file pdf che mandi ai festival e organizzatori per cercare di lavorare, quel concerto che si chiama 'na varca 'mmiez' 'o mare', e vuole essere un semplice e umile ringraziamento a chi col suo viaggiare ci ha fatti diventare così ricchi di sapori e profumi.
Scrivevo a Dina poco fa che mi piacerebbe regalarci una serata in inverno, quando il mare è grosso e non è navigabile, in un posto chiuso e circolare, in cui invitare tutte le persone che c'erano, e raccontarci le storie, quelle di chi partiva, e quelle di chi restava a casa a pregare ed aspettare.
martedì 22 luglio 2014
La nostra lotteria 2014
La nostra lotteria 2014 : questi gli estratti
Primo premio al biglietto 1719
Secondo premio al biglietto 611
Terzo premio al biglietto 1286
Complimenti ai vincitori
Primo premio al biglietto 1719
Secondo premio al biglietto 611
Terzo premio al biglietto 1286
Complimenti ai vincitori
domenica 13 luglio 2014
XI edizione festa del quartiere - 18, 19 e 20 luglio 2014
L'Associazione Rione
San Giuseppe presenta
l'XI edizione della
festa di quartiere
Frienn', mangiann' e
ballann'
18, 19 e 20 luglio
2014
L'Associazione Rione San Giuseppe di Monte di Procida torna
ad animare le strade e le piazze di “Fore 'e Cruci” con l'undicesima edizione
della Festa di Quartiere.
I temi della tradizione e del folklore restano il filo
conduttore delle serate di gastronomia ed intrattenimento.
Da venerdì 18 luglio e fino a domenica 20, il quartiere si
riempirà ancora una volta di voci e di profumi, con le signore in costume
tipico intente a preparare piatti della nostra cultura gastronomica.
Le strade ed i vicoli torneranno per tre serate
all'atmosfera di un tempo, liberati dalle macchine ed aperte al passeggio, alla
socialità e alla convivialità.
Declinando insieme i temi del folklore, dell'arte e
dell'intercultura, ogni sera il palcoscenico in piazza San Giuseppe ospiterà
uno spettacolo diverso.
Con un'attenzione particolare al vivaio dei giovanissimi del
posto, venerdì i ragazzi del rione si esibiranno nel Musical “Scugnizzi”, regia
di Maria Savino.
Sabato sera il gruppo “Alas de esperanza” porterà tra noi il
folklore del sud America e la musica come mezzo di dialogo tra i popoli.
Domenica l'ensamble “La Mescla” ci accompagnerà in un
viaggio musicale alle nostre radici, tra le culture del mediterraneo.
Sabato l'apertura della manifestazione sarà affidata a Ciro
Amoroso, che alle 19,30 guiderà i visitatori in un viaggio nelle tradizioni e
nel passato del nostro territorio flegreo.
Anche quest'anno il ricavato della festa sarà devoluto in
beneficenza, a sostegno di diverse iniziative, tra cui la realizzazione dei
progetti dell'associazione Fosics in Kenia e Sud Kenia.
A creare un momento di discontinuità con il grigiore dei
nostri tempi, il tema della festa sarà il colore, per richiamare quell'allegria
autentica delle sere d'estate del tempo che fu, quando con poco – le note di un
organetto, i canti sacri e profani delle donne, il sapore semplice e pieno dei
frutti raccolti dalla nostra terra – il cuore dei nostri quartieri e dei borghi
si riempiva di emozioni.
Con il patrocinio del Comune di Monte di Procida.
Con il patrocinio del Comune di Monte di Procida.
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